Riccardo Tosetto ha superato il primo Grande Capo. Il velista cittadellese che con altri 16 skipper di tutto il mondo sta partecipando alla Global Solo Challenge, regata attorno al mondo in solitario, senza scalo e senza assistenza, ha passato giovedì alle 21.53 UTC Capo di Buona Speranza (Sudafrica). Questo punto, confine simbolico tra Oceano Atlantico e Indiano, è assieme a Capo Leuwin in Australia e al leggendario Capo Horn (Cile) il più importante riferimento terrestre di questa folle impresa, iniziata per Tosetto il 29 ottobre dal porto di La Coruna (Spagna).Più di 7mila miglia percorse, e circa diciassettemila ancora davanti alla prua, in questi quaranta giorni Riccardo ha navigato in condizioni estreme fina dalla partenza, rinviata di un giorno per la tempesta atlantica Ciaran, tristemente nota anche in Italia, che sulle coste di Spagna e Francia si è abbattuta con venti a 190 km/h. I primi tre giorni sono comunque stati durissimi, con onde di cinque metri e vento a 47 nodi e pericolose raffiche sopra i 56 nodi (103 km/h) che hanno messo a dura prova Obportus, la barca di Tosetto, costretto a procedere sotto costa per preservare attrezzatura, vele e scafo. Dopo le prime 72 ore, la situazione è migliorata notevolmente con vento sostenuto, ma favorevole e temperature in aumento man mano che ci si avvicinava allo Stretto di Gibilterra. La rotta ideale verso Sud passa per le Azzorre, quindi Tosetto ha fatto rotta verso Lanzarote assieme a due skipper americani, Cole Brauer e Ronald Simpson, mentre l’italiano Alessandro Tosetti e lo spagnolo Juan Merediz erano già costretti a riparare le loro barche, danneggiate dal maltempo subito dopo la partenza. Merediz addirittura si ritirerà poco dopo. Superate le bellissime isole vulcaniche di fronte alle coste del Marocco, il viaggio è proseguito a buon ritmo fino alla zona equatoriale dei Doldrums, le “sabbie mobili” dell’Atlantico.
In questa fetta di oceano si incontrano gli alisei dell’emisfero Nord e dell’emisfero Sud, creando continue bonacce alternate a instabilità, temporali e un caldo umido e spossante. Qui tutti gli skipper hanno rallentato il loro cammino, dirigendo la prua verso il Brasile per poi approfittare dei venti costanti che da lì conducono verso sud.
Siamo verso fine novembre, Tosetto approfitta delle temperature favorevoli e dei venti più leggeri per riparare un oblò e fare un po’ di manutenzione, ma qualche giorno dopo è vittima di un repentino cambio di vento che fa imbizzarrire la barca, quasi capovolgendola. “Venti da Nord Ovest rompono il fronte caldo e in un istante le raffiche possono cambiare direzione anche di 90 gradi. A me in un minuto il vento è girato di 120 gradi e soffiava a 42 nodi! Straorzata pesante e tanta fatica per ritirare il CODE ZERO e ficcarlo dentro l’obló per mettere su la trinchetta. A fatica, riesco a mettermi prima in stallo e poi sui 115 gradi al vento, rotta 90…non il massimo ma intanto penso ritrovare un minimo di assetto e recuperare le forze.”
Dalla paura alla meraviglia, qualche giorno dopo, in piena notte, Riccardo fa un incontro mozzafiato. “Sono da poco passate le 3 UTC mi sveglio, il vento è cambiato e decido allora di strambare, quindi prendo la mia pila fronte e salgo in pozzetto per preparare la manovra. In quel momento percepisco un rumore nuovo, un rumore fin’ora mai sentito, resto li ancora un’istante e il suono si fa più forte, più vicino allora mi giro verso il lato sottovento e con il favore della luna velata scorgo la sagoma di una balena, a pochi metri dalla barca, poi vedo che sono due. Subito mi sale una certa inquietudine, la più grande sembra molto più grande di Obportus, e io ho letto vari aneddoti su collisioni con balene, allora rallento cercando di allontanarmi ma incredibilmente anche loro rallentano, come incuriosite da questo strano oggetto galleggiante. L’inquietudine passa e mi sale un’emozione incredibile, sono creature magnifiche, salgono, sbuffano e si immergono ancora restando pochi centimetri sott’acqua. Questo per diverse volte. Vorrei immortalare il momento ma è troppo buio, così resto ancora a guardarle un po’. Poi più nulla, se ne sono andate, L’emozione è fortissima non avevo mai visto una balena così vicina è stato un momento magico.”
Lo skipper padovano, che finora ha galleggiato tra il quarto e il sesto posto in classifica, racconta giorno per giorno le sue avventure sul profilo instagram @riccardosolochallenge che in queste queste cinque settimana ha visto crescere in maniera esponenziale i suoi follower, ai quali racconta sia gli aspetti tecnici che quelli della vita in solitaria su una barca, tra i quali ha spopolato il suo tutorial su come cucinare a bordo la pasta con la ‘nduja calabrese.
Sostenuto da un team di aziende legate sia al mondo della nautica, sia al territorio padovano e veneto in generale, Tosetto si accinge ora ad affrontare la parte più dura della Global Solo Challenge. Quella che lo vedrà attraversare il Profondo Sud, passando vicinissimo al limite dei ghiacci e sfidando sa solo freddo e condizioni meteo proibitive fino a Capo Horn “L’Everest della Vela”, come lo ha definito lui.
Queste sono le aziende che hanno aderito al progetto Riccardo Solo Challenge:
These are Riccardo’s main partners:
Riccardo Tosetto ha superato il primo Grande Capo. Il velista cittadellese che con altri 16 skipper di tutto il mondo sta partecipando alla Global Solo Challenge, regata attorno al mondo in solitario, senza scalo e senza assistenza, ha passato giovedì alle 21.53 UTC Capo di Buona Speranza (Sudafrica). Questo punto, confine simbolico tra Oceano Atlantico e Indiano, è assieme a Capo Leuwin in Australia e al leggendario Capo Horn (Cile) il più importante riferimento terrestre di questa folle impresa, iniziata per Tosetto il 29 ottobre dal porto di La Coruna (Spagna).Più di 7mila miglia percorse, e circa diciassettemila ancora davanti alla prua, in questi quaranta giorni Riccardo ha navigato in condizioni estreme fina dalla partenza, rinviata di un giorno per la tempesta atlantica Ciaran, tristemente nota anche in Italia, che sulle coste di Spagna e Francia si è abbattuta con venti a 190 km/h. I primi tre giorni sono comunque stati durissimi, con onde di cinque metri e vento a 47 nodi e pericolose raffiche sopra i 56 nodi (103 km/h) che hanno messo a dura prova Obportus, la barca di Tosetto, costretto a procedere sotto costa per preservare attrezzatura, vele e scafo. Dopo le prime 72 ore, la situazione è migliorata notevolmente con vento sostenuto, ma favorevole e temperature in aumento man mano che ci si avvicinava allo Stretto di Gibilterra. La rotta ideale verso Sud passa per le Azzorre, quindi Tosetto ha fatto rotta verso Lanzarote assieme a due skipper americani, Cole Brauer e Ronald Simpson, mentre l’italiano Alessandro Tosetti e lo spagnolo Juan Merediz erano già costretti a riparare le loro barche, danneggiate dal maltempo subito dopo la partenza. Merediz addirittura si ritirerà poco dopo. Superate le bellissime isole vulcaniche di fronte alle coste del Marocco, il viaggio è proseguito a buon ritmo fino alla zona equatoriale dei Doldrums, le “sabbie mobili” dell’Atlantico.
In questa fetta di oceano si incontrano gli alisei dell’emisfero Nord e dell’emisfero Sud, creando continue bonacce alternate a instabilità, temporali e un caldo umido e spossante. Qui tutti gli skipper hanno rallentato il loro cammino, dirigendo la prua verso il Brasile per poi approfittare dei venti costanti che da lì conducono verso sud.
Siamo verso fine novembre, Tosetto approfitta delle temperature favorevoli e dei venti più leggeri per riparare un oblò e fare un po’ di manutenzione, ma qualche giorno dopo è vittima di un repentino cambio di vento che fa imbizzarrire la barca, quasi capovolgendola. “Venti da Nord Ovest rompono il fronte caldo e in un istante le raffiche possono cambiare direzione anche di 90 gradi. A me in un minuto il vento è girato di 120 gradi e soffiava a 42 nodi! Straorzata pesante e tanta fatica per ritirare il CODE ZERO e ficcarlo dentro l’obló per mettere su la trinchetta. A fatica, riesco a mettermi prima in stallo e poi sui 115 gradi al vento, rotta 90…non il massimo ma intanto penso ritrovare un minimo di assetto e recuperare le forze.”
Dalla paura alla meraviglia, qualche giorno dopo, in piena notte, Riccardo fa un incontro mozzafiato. “Sono da poco passate le 3 UTC mi sveglio, il vento è cambiato e decido allora di strambare, quindi prendo la mia pila fronte e salgo in pozzetto per preparare la manovra. In quel momento percepisco un rumore nuovo, un rumore fin’ora mai sentito, resto li ancora un’istante e il suono si fa più forte, più vicino allora mi giro verso il lato sottovento e con il favore della luna velata scorgo la sagoma di una balena, a pochi metri dalla barca, poi vedo che sono due. Subito mi sale una certa inquietudine, la più grande sembra molto più grande di Obportus, e io ho letto vari aneddoti su collisioni con balene, allora rallento cercando di allontanarmi ma incredibilmente anche loro rallentano, come incuriosite da questo strano oggetto galleggiante. L’inquietudine passa e mi sale un’emozione incredibile, sono creature magnifiche, salgono, sbuffano e si immergono ancora restando pochi centimetri sott’acqua. Questo per diverse volte. Vorrei immortalare il momento ma è troppo buio, così resto ancora a guardarle un po’. Poi più nulla, se ne sono andate, L’emozione è fortissima non avevo mai visto una balena così vicina è stato un momento magico.”
Lo skipper padovano, che finora ha galleggiato tra il sesto e l’ottavo posto in classifica, racconta giorno per giorno le sue avventure sul profilo instagram @riccardosolochallenge che in queste queste cinque settimana ha visto crescere in maniera esponenziale i suoi follower, ai quali racconta sia gli aspetti tecnici che quelli della vita in solitaria su una barca, tra i quali ha spopolato il suo tutorial su come cucinare a bordo la pasta con la ‘nduja calabrese.
Sostenuto da un team di aziende legate sia al mondo della nautica, sia al territorio padovano e veneto in generale, Tosetto si accinge ora ad affrontare la parte più dura della Global Solo Challenge. Quella che lo vedrà attraversare il Profondo Sud, passando vicinissimo al limite dei ghiacci e sfidando sa solo freddo e condizioni meteo proibitive fino a Capo Horn “L’Everest della Vela”, come lo ha definito lui.
Queste sono le aziende che hanno aderito al progetto Riccardo Solo Challenge:
These are Riccardo’s main partners: